L’Abetone

L’Abetone è un centro di villeggiatura molto conosciuto e frequentatissimo, da italiani e da stranieri, nella stagione estiva per il fresco dei boschi e le escursioni a piedi o in mountain bike. Ma la fama dell’Abetone deriva dal fatto di essere la montagna bianca di Toscana, stazione in cui tutti gli appassionati della neve trovano numerosi impianti di risalita, di cui alcuni di ultimissima generazione, con piste di tutte le lunghezze e difficoltà (vedi articolo dedicato). Sono infatti presenti 14 piste facili, 14 piste medie, 1 pista difficile, in perfette condizioni (durante la stagione invernale) grazie all’innevamento programmato, ottenuto mediante 46 generatori di neve e 9 battipista per la preparazione dei percorsi. Lo sci alpino si sviluppa in circa 50 Km di piste, mentre lo sci nordico in circa 18 Km di piste.

Il comprensorio si articola in una serie di località (Le Regine, Selletta, Abetone, Monte Gomito, Pulicchio, Val di Luce) e chi vorrà praticare lo sci all’Abetone, anche da principiante, potrà frequentare le diverse scuole di sci e di snowboard, e noleggiare l’attrezzatura necessaria. In queste scuole è possibile trovare maestri di sci con formazione specifica per introdurre allo sport anche persone diversamente abili.

L’offerta sciistica si arricchisce con le piste della Doganaccia, cui si arriva passando da Cutigliano. Gli amanti del trekking potranno da qui raggiungere il Lago Scaffaiolo, situato sotto alla vetta del Monte Cupolino. Altro percorso interessante è quello che conduce al Lago Nero, raggiungibile seguendo il percorso CAI n. 104 Bianco/Rosso, a partire dall’Orto Botanico Forestale dell’Abetone nella valle del Sestaione. In prossimità del lago è presente un rifugio alpino CAI, con bivacco sempre aperto. Questa è la montagna pistoiese in direzione di Modena.

Curiosità: il nome di Abetone ebbe origine da un enorme abete che fu abbattuto al momento della costruzione della strada che valica il Passo omonimo. Per un certo periodo, la strada prese il nome di Via Ximenes (tratto lato pistoiese) e di Via Giardini (tratto lato modenese) dal nome dei due tecnici che seguirono la costruzione della strada, dal 1766 al 1778.

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